High line | il percorso artificiale dell'uomo per l'Uomo

Bene o male la nostra società ci ha abituato ad una chiara e semplice idea di Parco: un'isola verde, grande o meno, che a gomiti larghi si è sempre fatta spazio in ogni giungla di cemento.
L'High Line di New York desta da ogni sogno tradizionale, fondendo l'idea di parco con quella di percorso e ponendo l'oggetto urbano ad una quota diversa dallo zero.
Questa volta l'oasi verde nasce sulla vecchia e dismessa ferrovia sopraelevata che dal 1929 permetteva ai carri merce su rotaia di raggiungere direttamente i magazzini delle industrie che si vedevano protagonisti della zona, risolvendo così gran parte del problema traffico che teli mezzi avevano generato fino a quel momento. Un' enorme macchina metallica da recuperare perchè segno indispensabile nello sky-line storico della città: cosi importante da svettare dei primi 3:45 minuti del  film di Woody Allen, Manhattan (1979).
Nato come percorso artificiale e promosso come parco urbano, la High Line si snoda per 2,3 chilometri tra Ganservoort Street e West 34th Street.
Il progetto della passeggiata verde venne chiamato a gran voce dai residenti al fine di salvare il grande "mostro" metallico che con il tempo era diventato oggetto affezionato alla città e ai suoi abitanti. L'impegno a rendere il percorso nuovamente fruibile ai suoi protettori, quindi la rifunzionalizzazione e inaspettata trasformazione in una delle attrattive principali della città, spettò allo studio di architettura Diller Scofidio+Renfro e allo studio di architettura del paesaggio James Corner Field Operation (info progettuali).
Nato come percorso alternativo, artificiale, slegato dalle regole del traffico a terra e strettamente collegato alle industrie, una volta dismesse queste ultime divenne un luogo abbandonato, praticato da artisti di strada, giovani amanti in cerca di stupore e da botanici immuni alle vertigini, spinti sulla vecchia ferrovia dalla forte curiosità stimolata dall'interessante quanto anomala flora sviluppatasi a otto metri da terra, costituita da piante selvatiche e alberi resistenti ai secchi ritmi e all'ipossia della City. E' stata proprio quella Natura cosi innaturale a diventare protagonista del percorso artificiale,reso naturale nel mantenimento e nell'ulteriore coltivazione dell'elemento verde cresciuto nell'entropia.
Il sapiente equilibrio tra artificiale e naturale ha reso possibile la trasformazione dell'oggetto urbano in percorso artificiale che si fa forza sull'elemento naturale curato alla Gilles Clément, cioè mantenendo il più naturale possibile la crescita della componente verde.
E' così che l'efficace dialogo tra architettura e paesaggio, natura e arteficio, regalano a chi attraversa l'High Line un'esperienza che coinvolge tutti i sensi. La vista è forse il fondamentale strumento di conoscenza per l'intera lunghezza del percorso: potenzialmente percorribile in mezzora se con il paraocchi (e difficilmente se ne possiede uno) il tempo minimo si duplica quando ci si trova inevitabilmente immersi in una natura selvaggia  e al contempo galleggianti tra edifici vecchi e nuovi. Diviene quindi quasi un dovere dimenticare di vedere ma concentrasi sul guardare: sopra, sotto, a terra, destra e sinistra, prendendo conoscenza di punti di vista difficilmente percorsi cosi a lungo, di spazi urbani vissuti, attraversati ma mai osservati se non da prospettive nuove come questa. Sembra di essere in un mondo parallelo quando si attraversa quel luogo perché l'altezza non solo offre orizzonti più lontani ma crea quasi un'isolata condizione all'udito al quale non fa pervenire il caos della città nella quale è immersa. La componente materica non è meno importante: acqua, legno,cemento e il ferro della struttura , dei rivetti e dei giunti vanno a costituire il percorso dove, a tratti, il sedimento è caratterizzato da frammenti di binari che emergono visibilmente e volontariamente dalla pavimentazione, quasi a rivendicare il passato innovativo.

New York è una di quelle città dove trovi tutto ma difficilmente la bellezza di luoghi semplici, che abbiano un tempo incapace d'esser descritto in ore ma in qualità di vita. L'High Line è un eccezione con il sorriso: è una di quelle rare situazione a Manhattan dove l'idea di un percorso artificiale risultò meravigliosa e la quale non solo venne realizzata ma con il tempo si è dimostrata migliore di quanto potesse essere immaginata.

Dall'uomo per l'Uomo.

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